giovedì 15 febbraio 2018

Luigi Natoli: la tragica fine di Paolo Pollastra. Tratto da: Giovan Luca Squarcialupo.


Qualche giorno dopo, la quiete succedeva alla tempesta, almeno in apparenza: Paolo Pollastra e più di cento popolani furono arrestati, non ostante che si domandasse il perdono per tutti. Il viceré, che non aveva saputo o voluto impedire il tumulto e le stragi, ora, a cose quiete volle sfogare le sue vendette; e Paolo Pollastra e trenta popolani furono condannati a morte. Quello, come nobile, doveva esser decapitato, gli altri impiccati.
Lo spettacolo di una così grande giustizia era così nuovo, che la piazza Marina era stipata di curiosi. Il Sant’Offizio aveva offerto supplizi di dieci e più persone in una volta: ma trenta impiccati in uno stesso spettacolo, non si erano mai veduti. Erano state drizzate di qua e di là dal palco per la decollazione, sei forche, con cinque nodi scorsoio per ciascuna.
La folla dunque, era immensa, nella piazza, allora più vasta e con pochi irregolari gruppi di case. Dame e cavalieri a cavallo vi erano intervenuti, e avevano occupato il posto migliore; molti stavano alle finestre dello Steri, il magnifico palazzo chiaramontano, che i Viceré avevano scelto per loro dimora; e vi stava anche il viceré coi giudici della magna Curia.
Come tutti gli altri anche Tristano andò al macabro spettacolo: e se ne stava in un posto donde poteva ammirare le belle dame di Palermo. Accanto a lui si trovava Gian Luca Squarcialupo, che aveva per Tristano la simpatia e la benevolenza di un fratello maggiore. Se Tristano, come un puledro che sente i primi fremiti e con le froge aperte annusa nell'aria l'odore della giumenta, ammirava e aspirava il profumo della bellezza muliebre, Gian Luca guardava torbido lo spettacolo orrendo dei corpi che pendevano dalle travi, ancor guizzanti negli spasmi dell'agonia, dalle travi infami. Paolo Pollastra fu decapitato per ultimo.
- Ecco – diceva – come finiscono questi tumulti senza un piano, senza una meta! E quel disgraziato di Paolo Pollastra che ha creduto davvero di diventare il padrone di Palermo, perché tutta la marmaglia lo ha seguito e lo ha acclamato!… Ora, sconta la sua superbia… Credete quello che vi dico io, Tristano: non si fanno sommosse, senza un piano, senza un pensiero, senza un uomo di conto e autorevole che sappia quel che vuole. E bisognerebbe persuadere gli amici artigiani e i borghesi che non insorgano se non quando la nobiltà scende in campo… Che questa nobiltà si muove solo per difendere i propri interessi, non quelli del popolo…


Luigi Natoli: Squarcialupo. Nella versione originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia dal 02 febbraio 1924 ed edito per la prima volta in libro a cura de I Buoni Cugini editori. 
Pagine 684 - Prezzo di copertina € 24,00
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. 
Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 
Scontistica riservata per librerie e biblioteche. 

Nessun commento:

Posta un commento