mercoledì 28 febbraio 2018

Luigi Natoli: La società dei Liberi Muratori. Da: Cagliostro e le sue avventure.


Questa società non mi era ignota; nel primo soggiorno in Londra e in Parigi ne avevo sentito parlare; avevo sentito dire che eran tutta una cosa con la setta degli Illuminati, e durante i miei viaggi avevo approfondito queste conoscenze, leggendo qualche opera intorno alle dottrine di Swedenborg che ne fu il predicatore.
Più tardi mi venne fra le mani un libro: le costituzioni della massone­ria, stampato a Londra nel 1723 da William Hunteer, che mi invogliarono a conoscere più intimamente questa società misteriosa, della quale nessuno sapeva i veri fini; ma che a me appariva come la depositaria di qualche verità, non a tutti rivelabile.
La storia che se ne faceva era veramente maravigliosa. 
Risaliva ai tempi di Salomone e alla fabbrica del Tempio di Gerusalemme. Da allora at­traverso il corso dei secoli, ricercata dai cristiani, la verità massonica si era trasmessa intatta, come un sacro deposito fra gli iniziati. Nel Medio Evo essa aveva avuto il suo splendore coi Cavalieri della Tavola Rotonda, con le corporazioni dei fabbricatori delle cat­tedrali, coi cavalieri Templari.
Per tempi e società diverse dunque si era potuta conservare intatta una ve­rità, così alta e divina, che non si poteva accedere senza una lunga iniziazione (20).
Io mi domandavo se per avventura non avessi trovato in essa la spiegazione di quanto ancora in certi fenomeni di divinazioni o d’altro mi accadeva. 
La loggia Speranza era al nume­ro 369 della Royale Taverne. O’ Reilly mi lasciò sull’uscio, dopo avermi date alcune indicazioni, e sparve.
Io picchiai a una porta, che si dischiuse. 
V’era dentro un così fitto buio, che non si vedeva nulla; ma udii na voce domandarmi chi fossi. Diedi il mio nome; e allora di fra le tenebre una mano mi prese per braccio e mi atti­rò; e la porta si richiuse senza far rumore.
Io non vedevo nulla; mi trovavo certamente in una stanza, ma non potevo dire dove fossero le pareti; tutto era nero intorno a me, sopra di me, sotto di me: un nero spaventevole e senza confini; del quale accresceva l’orrore un piccolo e fioco lumicino posato sopra qualche cosa, che a poco a poco riconobbi per un tavolino.
Dovetti stentare un poco, prima di potermi abituare a quell’oscurità; ma poi cominciai a scorgere qualche cosa, tra il nero delle pareti: dei teschi e del­le tibie; e indi m’apparve sulla tavola, come se qualcuno ve lo avesse deposto allora allora un vero teschio, con le occhiaie vuote e il sogghigno beffardo.
Quella vista, quel nero, il silenzio e la solitudine mettevano un senso di raccapriccio. L’aspettazione diventava lunga, io provavo del fastidio, e cercavo di svagarmi pensando ad altre cose, e guardandomi intorno, quando, nel voltarmi vidi corruscare dietro di me qualche cosa che poteva essere una lama....


Luigi Natoli: Cagliostro e le sue avventure. Ricostruito nell'unica versione originale pubblicata in appendice al Giornale di Sicilia nel 1914. 
Pagine 884 - Prezzo di copertina € 25,00
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. 
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