lunedì 12 febbraio 2018

Luigi Natoli: La scoperta delle origini. Tratto da: Calvello il bastardo.


Del resto da quel punto incominciava per lui una vita nuova: Corrado Maurici, nonostante quel documento notarile, era morto, con Dorotea. Lo stesso giorno in cui se ne affermava l'esistenza legale, incominciava la vita Corrado figlio di ignoti: e Corrado figlio di ignoti, anche lui seme gittato al vento della vita, doveva separarsi interamente dal passato. Separarsi? E non era lì, in quel passato, il mistero della sua nascita, e della morte di Dorotea? Povera Dorotea! Non poteva pensare a lei senza sentir dentro di sè l'oscuro sospetto di un sacrificio grandissimo.

Il giorno dopo, uscendo dal quartiere, invece di recarsi dal notaio, andò a trovare don Biagio Perez. Il bravo uomo gl'ispirava una grande fiducia, per la simpatia che gli dimostrava; una simpatia paternamente affettuosa. Don Biagio, che era un uomo colto e aveva larghe conoscenze, poteva dargli uno schiarimento che desiderava. Lo trovò in casa, nello studio, intento a gettar giù la tela di una nuova commedia. 
Don Biagio lo accolse con cordiale espansione:
- Oh, caro sergente! che buon vento?
Ma si accorse del volto pallido e grave del giovane e dei segni di lutto sulla divisa.
- Che cos'è? Che v'è accaduto?
- Mia madre! – rispose tristamente.
Don Biagio, con una sorpresa dolorosa e compassionevole in volto, strinse le mani di Corrado, come per condolersi ed infondergli coraggio; poi sospirò e mormorò la solita frase:
- È un passo al quale tutti siamo costretti. Bisogna sopportare il dolore con fortezza.   
Stettero un minuto in quel silenzio pieno di parole che non si dicono; poi Corrado domandò:
- Avete conoscenza di araldica?
- Un po'.
- Se vi mostrassi uno stemma, riconoscereste a quale famiglia appartiene?
- Se è di nobiltà nostra, di Palermo, sì, certamente.
- Guardate.
Trasse dalla tasca della sottoveste la borsetta di seta, e la porse al Perez.
- L'avete trovata? – domandò, prendendola.
- Sì...
- E allora non vi sarà difficile restituirla. Scudo d'argento, con sbarra traversata all'angolo e squadra nera col vertice sopra... È 1'arme dei Calvello....
- Dei Calvello?
- Nobiltà di prim'ordine. Andrea Calvello coronò re Ruggero II, da allora in poi i Calvello acquistarono il diritto di portar sul cuscino la corona regale nelle solennità delle coronazioni. Non lo sapete?
- Calvello !... – ripetè Corrado sbalordito.
- Sono duchi di Melia e baroni dell'Arenella. Oggi rappresenta la casa don Goffredo Calvello e Eschero, che ha per moglie donna Laura Castello e Giglio. Il loro palazzo è alla Gancia... Un gran signore. Don Antonio, suo primogenito e futuro erede, sposò donna Rosa Caracciolo di Napoli...
Ma Corrado non udiva; dentro di sè ripeteva quel nome con uno sgomento del quale non sapeva darsi ragione...
 


Luigi Natoli: Calvello il bastardo. Nell'unica versione originale riveduta e corretta dall'autore e pubblicata dalla casa editrice La Gutemberg nel 1913

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