lunedì 28 agosto 2017

Luigi Natoli: Il giuramento della massoneria. Tratto da: Cagliostro e le sue avventure.


Colui che mi accompagnava, mi pose nelle mani una pistola: 
- Quest’arme, – disse, – è carica. Appoggiatela al vostro capo e sparate. 
Come vi ho detto provai un istante di ripugnanza: ma subito pensai giustamente che se la pistola si caricasse veramente, a palla, le logge si potrebbero chiudere per mancanza di socii. Così non esitai a tirare il grilletto. Sentii lo scoppio, e un colpo alla testa, ma naturalmente non morii, né riportai alcuna ferita. Era evidente che il colpo era sparato da altri, e che la percossa era simulata. 
Allora fui fatto inginocchiare, e pronunciai il seguente giuramento: 

“Io Alessandro Cagliostro alla presenza del grande Architetto dell’Universo e a quella dei miei superiori come pure della rispettabile società in cui mi trovo, mi obbligo di fare tutto quello che mi verrà ordinato dai miei superiori; e perciò mi obbligo sotto le pene stabilite da loro di obbedirli ciecamente, senza ricercarne il perché, e di non rivelare né in voce, né in iscritto, né con gesti il segreto di tutti gli arcani che mi saranno comunicati”. 

Sbendato, mi trovai in una grande sala così sfarzosamente illuminata, che per poco non ne fui accecato; e non fui poco stupito dal vedere che tra i liberi Muratori vi era anche l’amico O’Reilly e v’era Ricciarelli, che era stato ricevuto qualche ora prima di me. 
La cerimonia non terminò col giuramento. Condotto dinanzi al trono del Venerabile, egli, ponendomi la spada sul capo mi diede il battesimo massonico, mi abbracciò e mi baciò, e presentatomi come un fratello, mi fece condurre in giro perché avessi il bacio fraterno. 
Ebbi anche due paia di guanti, uno da uomo, come simbolo che dovessi serbare la purità delle mani, e non macchiarle mai del sangue dei miei fratelli liberi muratori, e uno da donna, da regalare alla donna amata. 
Io li portai a Lorenza. 
Il primo grado massonico è di apprendista; vengono poi quelli di compagno e di maestro. Questo grado è quello del perfetto massone; e non vi si arriva, se non dopo un tirocinio più o meno lungo, e dopo aver dato prova di rettitudine e di segretezza. 
Ma questo tirocinio per me si ridusse a una settimana; alla nuova riunione, io passai a compagno e a maestro, e n’ebbi la patente, il 2 giugno del 1777, firmata dal segretario della loggia Giacomo Helsteim.

Luigi Natoli: Cagliostro e le sue avventure. 
Pagine 884 - Prezzo di copertina € 25,00
Ad opera della casa editrice I Buoni Cugini editori il romanzo è stato restaurato e riportato alla versione originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia dal 31 gennaio 1914.
(www.ibuonicuginieditori.it)


Luigi Natoli: La società dei liberi muratori. Tratto da: Cagliostro e le sue avventure.


Questa società non mi era ignota; nel primo soggiorno in Londra e in Parigi ne avevo sentito parlare; avevo sentito dire che eran tutta una cosa con la setta degli Illuminati, e durante i miei viaggi avevo approfondito queste conoscenze, leggendo qualche opera intorno alle dottrine di Swedenborg che ne fu il predicatore.
Più tardi mi venne fra le mani un libro: le costituzioni della massone­ria, stampato a Londra nel 1723 da William Hunteer, che mi invogliarono a conoscere più intimamente questa società misteriosa, della quale nessuno sapeva i veri fini; ma che a me appariva come la depositaria di qualche verità, non a tutti rivelabile.
La storia che se ne faceva era veramente maravigliosa.
Risaliva ai tempi di Salomone e alla fabbrica del Tempio di Gerusalemme. Da allora at­traverso il corso dei secoli, ricercata dai cristiani, la verità massonica si era trasmessa intatta, come un sacro deposito fra gli iniziati. Nel Medio Evo essa aveva avuto il suo splendore coi Cavalieri della Tavola Rotonda, con le corporazioni dei fabbricatori delle cat­tedrali, coi cavalieri Templari.
Per tempi e società diverse dunque si era potuta conservare intatta una ve­rità, così alta e divina, che non si poteva accedere senza una lunga iniziazione.
Io mi domandavo se per avventura non avessi trovato in essa la spiegazione di quanto ancora in certi fenomeni di divinazioni o d’altro mi accadeva.
La loggia Speranza era al nume­ro 369 della Royale Taverne. O’ Reilly mi lasciò sull’uscio, dopo avermi date alcune indicazioni, e sparve.
Io picchiai a una porta, che si dischiuse.
V’era dentro un così fitto buio, che non si vedeva nulla; ma udii na voce domandarmi chi fossi. Diedi il mio nome; e allora di fra le tenebre una mano mi prese per braccio e mi atti­rò; e la porta si richiuse senza far rumore.
Io non vedevo nulla, la mano che mi teneva mi guidò su per una scala: poi sentii che apriva una porta, dove mi sentii spingere. La stessa voce disse:
- Aspettate lì fin che vi si verrà a cercare.
Lì, dove? Io non vedevo nulla; mi trovavo certamente in una stanza, ma non potevo dire dove fossero le pareti; tutto era nero intorno a me, sopra di me, sotto di me: un nero spaventevole e senza confini; del quale accresceva l’orrore un piccolo e fioco lumicino posato sopra qualche cosa, che a poco a poco riconobbi per un tavolino.
Dovetti stentare un poco, prima di potermi abituare a quell’oscurità; ma poi cominciai a scorgere qualche cosa, tra il nero delle pareti: dei teschi e del­le tibie; e indi m’apparve sulla tavola, come se qualcuno ve lo avesse deposto allora allora un vero teschio, con le occhiaie vuote e il sogghigno beffardo.
Quella vista, quel nero, il silenzio e la solitudine mettevano un senso di raccapriccio. L’aspettazione diventava lunga, io provavo del fastidio, e cercavo di svagarmi pensando ad altre cose, e guardandomi intorno, quando, nel voltarmi vidi corruscare dietro di me qualche cosa che poteva essere una lama...


Luigi Natoli: Cagliostro e le sue avventure. 
Pagine 884 - Prezzo di copertina € 25,00 
Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 







domenica 13 agosto 2017

Luigi Natoli: Alla Guerra! Romanzo storico.

Da questo link è possibile scaricare il primo capitolo del romanzo Alla guerra! di Luigi Natoli, pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia dal 19 ottobre 1914 al 05 ottobre 1915 e pubblicato dopo cento anni in unico volume di 954 pagine con illustrazioni di Niccolò Pizzorno dalla casa editrice I Buoni Cugini editori.