mercoledì 30 dicembre 2015

I cavalieri della Stella o la caduta di Messina di Luigi Natoli

Da gennaio "I cavalieri della Stella" uno dei romanzi più attesi di Luigi Natoli interamente ricostruito nella fedeltà dell'originale, che non avete mai letto, pubblicato in appendice al Giornale di Sicilia nel 1908.

mercoledì 23 dicembre 2015

Luigi Natoli: costumanze natalizie.

Durante nove giorni, dal 16 dicembre, i ciaramellari o suonatori di violino, vanno in giro; e dinanzi alle edicole e alle cappellette o nelle case dove sono accaparrati per tutta la novena, suonano la pastorale, e cantano brevi canzoncine intorno alla nascita di Gesù.
Quando per la prima volta si sente il suono della ciaramella, un sentimento di gioia sorride in tutti i cuori: essa è l'annunciatrice del Natale.
I ragazzi costruiscono il presepe, o lo acquistano bello e fatto. E' una piccola scena, che di solito rappresenta una montagna, nella quale si aprono due grotte. Per le rocce si usa il sughero che è scabroso e le imita bene; qua e là ci si mettono casette, torri, fichidindia di argilla dipinta, capanne. E poi vi si dispongono i pastori, che così si chiamano tutti i personaggi: in una grotta si mettono Maria, Giuseppe, il Bambino, l'asino e il bue; e dinanzi alla bocca della grotta il suonatore di ciaramella, il pifferaio, i pastori che offrono doni. Altri pastori e pastorelle si spargono per le rocce: quale con un fascio di legna, quale dormente, o spaventato dalla luce, o spingendosi innanzi un asinello carico di cavolfiori: altri pastori dentro la seconda grotta attendono a far caci e ricotte.
La notte di Natale si accendono lampadine che illuminano la scena; ed è una festa pei ragazzi. E se si può, si fa venire il ciaramellaro a suonare la pastorale e a cantare:

A la notti di Natali,
ca nasciu lu Bammineddu,
e nasciu 'mmenzu l'armali,
'mmenzu un voi e un asineddu.
 

E poi si va a cena. E' la cena più allegra, anche se povera. La massaia ha preparato il dolce di occasione, secondo l'usanza del paese, e sulla tavola abbonda la frutta secca.
Durante la novena, ma più la notte di Natale, nelle case si gioca alla tombola, per pochi centesimi; poi si va alla messa di mezzanotte: perché la notte di Natale nelle chiese si dice messa, e il prete ne celebra tre.
E così si aspetta il domani, che è la festa grande, e in tutte le case c'è pace e gioia, come se vi fosse sceso Gesù a benedire con le sue manine gli uomini di buona volontà.
Luigi Natoli.


Gli auguri di buon Natale di Luigi Natoli

Narrano i Vangeli che Gesù nacque in una stalla presso Betlem, non avendo Giuseppe e Maria trovato posto negli alberghi della piccola città, dove essi erano andati per iscriversi nel censimento ordinato da Cesare Augusto.
E la notte in cui nacque, i pastori dei dintorni videro una gran luce, e in essa un coro di angeli che cantava: Gloria a Dio nei più alti cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà. Un angelo annunciò ai pastori la nascita del Messia, e insegnò loro dove: e i pastori corsero e adorarono il Bambino Gesù.
La nascita di Gesù avvenne nella notte dal 24 al 25 di dicembre. E tutto il mondo cristiano la festeggia con cerimonie e riti e usanze diverse; ma tutte si accordano nel significato che ha la festa: l'augurio della pace fra gli uomini.
Pace ed amore fraterno. Gesù venne al mondo per fondare una religione nuova: una religione per la quale tutti gli uomini debbono riconoscersi come fratelli, figli di un Dio padre celeste, misericordioso e previdente. Tutti debbono amarsi, aiutarsi, tollerarsi, perdonarsi a vicenda: non odii, non guerre: una umanità nuova. E questo ricorda la festa di Natale.
Festeggiala dunque col cuor puro. Come con Gesù nacque una società nuova, così nasca dentro di te un uomo nuovo.
Questa notte Gesù par che ci dica:
- Un anno muore, ma nel suo seno si è gittato il germe di un nuovo anno: io chiudo un tempo e ne apro un altro; come dalle ombre e dagli squallori dell'inverno la natura esce rinnovata, così esce rinnovato il genere umano dagli errori antichi: e così tu dovrai rinnovarti.
Luigi Natoli
Nella foto: presepe nella chiesa di S. Mamiliano - Via Squarcialupo - Palermo.

domenica 13 dicembre 2015

Consigli per la salute di Luigi Natoli.

Un proverbio dice: "Nenti su' li travagghi, peni e stenti; quannu c'è la saluti, nun su' nenti..." Le fatiche, i dispiaceri, la povertà dunque si sopportano, si vincono, quando c'è la salute.
La salute è il primo dono.
E conservarla sta in grandissima parte in noi. Aria, acqua, sole, cibo moderato
e sano, poco o niente vino, lavoro e riposo adeguato, ti conservano sano e longevo.
Non credere che mangiar troppo giovi. Ti rovina invece lo stomaco. Mangia quando senti gli stimoli della fame.
Non credere che il vino fortifichi. Ciò che rende forte il vino è l'alcool, e l'alcool è un veleno. E chi ne abusa, chi si ubbriaca, si avvelena.
La miglior bevanda è l'acqua pura.
Già sai che l'acqua è anche la miglior medicina per preservarti il corpo da tante malattie della pelle. Fai dunque dei bagni, e avvezzati a farli d'acqua fredda: non solo terrai mondo il corpo, ma lo fortificherai contro il freddo.
Non credere che la fatica rovini la salute; la rovina, se è eccessiva, e se oltrepassa le tue forze.
I carusi delle zolfare vengono su malfatti, perché il loro corpo ancor tenero è sforzato a sostenere una fatica superiore alle loro forze.
Il troppo riposo svigorisce, e genera l'amore per l'ozio, che nuoce al corpo e all'anima.
L'acqua del mare che è sempre in moto non imputridisce; ma l'acqua che ristagna nei pantani si corrompe e appesta l'aria. Così è dell'ozio.
Non credere che il coprirti di vestiti pesanti, di mantelli, di sciarpe, giovi a mantenerti in buona salute. Avvezza invece il tuo corpo a sopportare il freddo; e vesti per difenderti dai troppi rigori e dall'umidità, non per isfoggio.
Luigi Natoli
Nella foto: ex voto esposto al Museo Pitrè di Palermo.

domenica 6 dicembre 2015

Latini e Catalani vol. 2: il tesoro dei Ventimiglia.


 
Mastro Bertuchello e Il tesoro dei Ventimiglia sono rispettivamente il primo e il secondo volume del grande romanzo storico siciliano Latini e Catalani che Luigi Natoli, dopo averli pubblicati in appendice al Giornale di Sicilia tra 1921 e il ’22, diede successivamente alle stampe con La Gutemberg Editrice in nuove edizioni rivedute e corrette negli anni 1925 e ‘26.
Nei due volumi, che possono leggersi separatamente senza che il secondo renda necessaria la lettura del primo, il grande romanziere palermitano descrive in modo impeccabile l’epoca oscura e controversa del medioevo siciliano, con specifica attenzione ai fatti storici e alle guerre fratricide volute dalle più importanti baronie isolane dei Chiaramonte, Ventimiglia e Palizzi, volte alla conquista del potere supremo detenuto dalla corona Aragonese oramai debole e pronta a spegnersi.
A fare da sfondo al romanzo è una Palermo ancora splendida nelle sue vestigia arabo-normanne, ricca di etnie, tradizioni, e cultura dove regna anche una grande miseria materiale e morale afflitta da pregiudizi e da una confusa identità politico/popolare.

In questo scenario ritroviamo mastro Bertuchello alle prese con un immenso tesoro la cui esistenza è divenuta leggenda. Sarà lui a dipanare il mistero e a tirare le fila di una storia ricca di intrighi e avventura dove i puri valori della lealtà e amicizia faranno da contraltare all’odio razziale, ai tradimenti e alla bramosia del potere.
www.ibuonicuginieditori.it

Latini e catalani vol. 1: Mastro Bertuchello.


 
Mastro Bertuchello e Il tesoro dei Ventimiglia sono rispettivamente il primo e il secondo volume del grande romanzo storico siciliano Latini e Catalani che Luigi Natoli, dopo averli pubblicati in appendice al Giornale di Sicilia tra 1921 e il ’22, diede successivamente alle stampe con La Gutemberg Editrice in nuove edizioni rivedute e corrette negli anni 1925 e ‘26.

Nei due volumi, che possono leggersi separatamente senza che il secondo renda necessaria la lettura del primo, il grande romanziere palermitano descrive in modo impeccabile l’epoca oscura e controversa del medioevo siciliano, con specifica attenzione ai fatti storici e alle guerre fratricide volute dalle più importanti baronie isolane dei Chiaramonte, Ventimiglia e Palizzi, volte alla conquista del potere supremo detenuto dalla corona Aragonese oramai debole e pronta a spegnersi.
A fare da sfondo al romanzo è una Palermo ancora splendida nelle sue vestigia arabo-normanne, ricca di etnie, tradizioni, e cultura dove regna anche una grande miseria materiale e morale afflitta da pregiudizi e da una confusa identità politico/popolare.

Mastro Bertuchello muoverà le sue gesta avventurose e temerarie in questo mondo così complesso e variegato, pieno di intrighi e cattiveria dove convivono ancora intatti i sentimenti di lealtà e amicizia che fanno di questo romanzo uno fra i più apprezzati di Luigi Natoli in arte William Galt.
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Ritorna il romanzo di Luigi Natoli "Latini e Catalani" nei due volumi "Mastro Bertuchello" e "Il tesoro dei Ventimiglia"

 
Ritorna in una nuova edizione integralmente tratta dalle pubblicazioni de "La Gutemberg" nel 1925 e 1926 il romanzo di Luigi Natoli "Latini e Catalani" nei due volumi "Mastro Bertuchello" e "Il tesoro dei Ventimiglia". Copertine del grande Niccolò Pizzorno.

Mastro Bertuchello e Il tesoro dei Ventimiglia sono rispettivamente il primo e il secondo volume del grande romanzo storico siciliano Latini e Catalani che Luigi Natoli, dopo averli pubblicati in appendice al Giornale di Sicilia tra 1921 e il ’22, diede successivamente alle stampe con La Gutemberg Editrice in nuove edizioni rivedute e corrette negli anni 1925 e ‘26.
Nei due volumi, che possono leggersi separatamente senza che il secondo renda necessaria la lettura del primo, il grande romanziere palermitano descrive in modo impeccabile l’epoca oscura e controversa del medioevo siciliano, con specifica attenzione ai fatti storici e alle guerre fratricide volute dalle più importanti baronie isolane dei Chiaramonte, Ventimiglia e Palizzi, volte alla conquista del potere supremo detenuto dalla corona Aragonese oramai debole e pronta a spegnersi.
A fare da sfondo al romanzo è una Palermo ancora splendida nelle sue vestigia arabo-normanne, ricca di etnie, tradizioni, e cultura dove regna anche una grande miseria materiale e morale afflitta da pregiudizi e da una confusa identità politico/popolare.