lunedì 10 luglio 2017

Luigi Natoli: La rivolta di Paolo Pollastra. Tratto da: Squarcialupo.


Tristano si fermò, guardando con stupore e non senza pena. Per quanto gli spagnuoli fossero stranieri, e non si fossero mai cattivato l'amore dei siciliani, per la loro albagia, e i loro arbitrii, e per quanto i soldati, spinti dalla fame, avessero commesso violenze, egli ricordava di aver militato con loro e di aver fra essi buoni compagni. E prevedeva che quel furore popolare avrebbe immerso la città in un lavacro di sangue, tra scene spaventevoli di orrore. Quando la folla fu più vicina riconobbe il gentiluomo che pareva se ne fosse fatto capo.
Era il magnifico Paolo Pollastra, un cavaliere, che nel quartiere dell'Albergheria godeva di grande reputazione di bravura, e fra quella gente rissosa faceva spesso da arbitro, ubbidito e seguito.
La notizia delle prime uccisioni, era giunta subito a lui; che sceso di casa armato, salito a cavallo, a grande voce aveva raccolto a sè i popolani più maneschi: ai quali via via si erano uniti gli altri, e la fiumana ingrossata, scendeva minacciosa.
- È tempo di finirla! – gridava il signor Paolo: – fuori questi barbari! Vogliamo esser padroni in casa nostra!... Fuori gli spagnoli!
E la folla acclamava; ma oltrepassando il pensiero di messer Paolo, invece di limitarsi alla espulsione gridava che bisognava uccidere, bisognava scannarli quegli stranieri odiati. Un nuovo Vespro. 
Tristano aveva preso la sua risoluzione: seguire quei forsennati, per tentare se era possibile, di frenare gli eccessi, ma la folla che non poteva leggergli in cuore, credette di avere acquistato un altro condottiero e dall'ira passò all'entusiasmo acclamandolo e trascinandolo con sé.
La folla scese nel cuore della città, invase la piazza del palazzo pretorio, gridando contro il pretore e i giurati; quand'ecco dall'altro lato, si sentì un mugghio di tempesta: e dai vicoli si vide venire degli spagnoli atterriti, qualcuno con volto insanguinato, che cercavano uno scampo, e dietro a loro torme di plebei furibondi, che li incalzavano urlando:
- Ammazzali! Ammazzali!
Allora quelli che seguivano Paolo Pollastra, eccitati dalla caccia e dal sangue, diedero addosso a quei miseri; l'improvviso scomporsi, sprigionò Tristano, che non potendo, solo com'era, opporsi a quella moltitudine insensata e feroce, si ritrasse nella vicina chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio, detta della Martorana. E giunse appena in tempo; perché il sagrestano, temendo che in quel tumulto potessero invadere la chiesa e saccheggiarla, ne chiudeva le porte.
Ma poco dopo ebbe vergogna, lui soldato, d'aver ceduto all'istinto della salvezza, e poiché il tumulto si era allontanato, non trova alcuna difficoltà a farsi aprire. Uscì col proposito di cercare persone più autorevoli che non lui, giovanissimo, per far cessare la inutile strage. Andando verso la Loggia, si imbattè in un giovane cavaliere che godeva buona reputazione, il signor Giovan Luca Squarcialupo...

Luigi Natoli: Squarcialupo. 
Pubblicato in appendice al Giornale di Sicilia nel 1924. Pubblicato per la prima volta in unico volume da I Buoni Cugini editori. 
Pagine 684 - Prezzo di copertina € 24,00
Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 
Nella foto: il vicerè Moncada. 

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