mercoledì 29 marzo 2017

Luigi Natoli: Inizia la vita da campo del professore Benoist - Tratto da: Alla guerra!


Per Benoist cominciava da quel punto la vera vita da campo: fino allora non aveva fatto che viaggiare, sulle strade ferrate o a piedi; la battaglia era stata lontana e salvo il rombo del cannone, cupo e lungo come un tuono remoto e prolungato dagli echi, e il passaggio di qualche treno di feriti, non aveva veduto altro. La vista dei feriti, pallidi, con le teste o le braccia coperte di bende insanguinate e il loro numero, che pareva infinito, avevano ridestato le sue antiche idee umanitarie, la sua avversione per la guerra; la sua pietà umana, il suo ardore per la pace e per la fratellanza.
Ora lì, nell’aspettazione di quel momento, anche Benoist pareva pervaso da quella febbre operosa di preparativi. In verità non era così sicuro e svelto come altri ufficiali; e doveva fare uno sforzo di memoria per ricordarsi quel poco da lui imparato nel suo breve tirocinio per sostenere gli esami di ufficiale di complemento. I suoi occhi di pensatore, velati dalle lenti non avevano la percezione rapida e lo scintillìo di un proposito eroico; ma egli si aiutava imitando gli ufficiali più esperti. Qualche volta, trasportato dal suo abito mentale, dimenticava i doveri della gerarchia, e vedendo nei soldati nient’altro che operai, e in sè un compagno, dava una mano, come un soldato semplice. E questo suo gesto gli procurava le simpatie entusiastiche dei suoi soldati, e un elogio del comandante, che percorrendo il battaglione, e visto Benoist all’opera, sclamò:
- Bravo! ecco un vero cuor di soldato!...
L’elogio fece arrossire Benoist, che in quel momento pensava a tutt’altro che ad avere un cuor di soldato.
 
 
 
 
Luigi Natoli: Alla guerra!
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