mercoledì 11 gennaio 2017

Luigi Natoli: La setta segreta. Tratto da: I Cavalieri della Stella o La caduta di Messina,



Per la nobiltà messinese, l'avversario da combattere era po­tente. Aveva per sè la ricchezza, la coltu­ra, la tradizione; vagheggiava anche ­– ma non palesemente ­– ideali di una più larga autonomia, e forse anche di indi­pendenza dalla monarchia spagnola; aveva infine nel suo grembo un organismo potente, non ignoto al governo, ma quasi invulnerabile: una società segreta, una specie di carboneria e di frammassoneria, di settanta membri, chiamata appunto per questo numero, la Setta, della quale soltanto i capi conoscevano lo scopo, ma i cui membri erano fedeli, arditi, capaci di tutto, e contavano grandi aderenze nel patriziato e nelle maestranze.
Egli era un affiliato alla Setta, fin da quando Giovanni Alfonso Borrelli, il grande scienziato che insegnava le dot­trine galileiane nello studio di Messina aveva fondata o riordinata questa asso­ciazione segreta; specie di carboneria o di massoneria che aveva finalità politi­che, l'indipendenza dallo straniero e la repubblica.
 
Luigi Natoli: I Cavalieri della Stella o La caduta di Messina.
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