mercoledì 7 dicembre 2016

Luigi Natoli: Il paggio della regina Bianca. Quadro storico: Bernardo Cabrera e la regina Bianca di Navarra

Bernardo Cabrera, accampando che per essere egli Grande Giustiziere, toccava a lui nell’interregno reggere il governo, radunava un esercito col concorso di molti baroni, con l’intento di impadronirsi della regina Bianca e farla sua moglie.
La rivolta delle città appartenenti alla Camera reginale, (appannaggio delle regine di Sicilia, che comprendeva Siracusa e parecchie città contermini) e che Bianca era costretta a sottomettere, aiutava il Cabrera, col quale essa venne in lotta aperta; e uno scontro fra i suoi e quelli del Cabrera avvenne ad Agrigento con la peggio di questo. Ma Bianca non tenendosi sicura, ricoverò in Siracusa che le apparteneva; Bernardo Cabrera corse ad assediarvela, e l’avrebbe presa senza l’opposizione di Giovanni Moncada.
La giovinezza, la beltà, la bontà cattivavano intanto simpatia a Bianca, nelle città si manifestava un movimento per mantenerla nel Vicariato, e si formava una lega: il Grande Ammiraglio levava un esercito per difenderla, e la Regina veniva a Palermo. Il Cabrera si afforzava ad Alcamo; e da lì notte tempo, piombato improvvisamente in Palermo, assaliva lo Steri, dove alloggiava la Regina, che semivestita fece in tempo a fuggire da una porticina, e, saltata in una galera, rifugiava nel castello di Solunto. La paura dei baroni della Sicilia Occidentale indusse il vecchio conte ad accettare la mediazione dei legati di Papa Giovanni XXIII, venuti a Messina per riscuotere il censo dovuto alla Santa Sede. Questi decisero il governo toccasse al conte di Modica come Grande Giustiziere, fino alla elezione del Re, e la Regina si ritirasse a Catania. Bianca accettò: ma i baroni siciliani non si piegarono e ripresero le armi.
Il conte di Modica si fortificò in Palermo, dove il conte di Adernò con la sua gente andò a intimargli di sgombrare e di andare a umiliarsi dinanzi alla regina. Il conte uscì con le sue schiere in ordine di battaglia, ma cadde in una imboscata tesagli dal Grande Ammiraglio di Lihori, e, preso prigioniero, fu mandato nel castello della Motta...
Avvenivano in questo tempo grandi agitazioni per la elezione di un successore a Martino il Vecchio; finalmente due vescovi, due monaci, quattro giureconsulti e un cavaliere, uniti in concilio a Caspe, eleggevano il 28 luglio 1412 l'infante Ferdinando di Castiglia, nipote di Martino, per suggerimento di frate Vincenzo Ferreri, poi santificato. Questa elezione in vero non riguardava la Sicilia, dove essa spettava al Parlamento. Ma a Barcellona si riteneva oramai la Sicilia come un possesso, e si fece a meno di provocare il voto del Parlamento; invece si domandò e si ottenne isolatamente dai baroni, dai capitani, dai magistrati, dagli ecclesiastici, il giuramento di fedeltà.
Tardi si avvidero i siciliani di non avere più un re nazionale...
 
 
 Luigi Natoli: Il paggio della regina Bianca.
Quadro storico tratto da: Storia di Sicilia dalla preistoria al fascismo di Luigi Natoli e pubblicato al termine del romanzo per maggiore chiarezza del lettore. Nella foto: pubblicità delle prossime pubblicazioni in appendice al Giornale di Sicilia nel 1910
Prezzo di copertina € 23,00 - Sconto 15%

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