sabato 19 novembre 2016

Mastro Bertuchello. Quadro storico: i fratelli Palizzi e il marchese di Randazzo, fratello di re Pietro d'Aragona. Quad


Palermo, 1338
 
Pochi mesi dopo, il re Roberto d'Angiò, mandata un’armata a rinnovare l’impresa di Sicilia prese alcune terre, e assediò Termini, che si difese, sperando d’essere soccorsa da re Pietro.
Ma la ribellione di Ruggero Passaneto conte di Garsiliato, alle cui ricchezze i Palizzi avevan volto i cupidi occhi, parve cosa più grave. Vi fu mandato Blasco Alagona junior, che accomodò la cosa, il che spiacque ai Palizzi; sicchè l’Alagona andato a Castrogiovanni lieto dell’esito, non fu ricevuto dal Re.
Intanto Termini era abbandonata dai cittadini, e sarebbe caduta se finalmente l’esercito siciliano non fosse giunto in tempo. Gli Angioini dovettero ritirarsi: indi furono sconfitti a Gratteri, ma istigati dal Papa, apprestarono una nuova armata, con numerose milizie e aggredirono Lipari nel novembre del 1339. Re Pietro, cercato invano di ottenere pace dal Papa, dovette in fretta armare quindici galere, sotto gli ordini di Giovanni Chiaramonte, e le inviò a osservare le mosse del nemico; ma il giovanile bollore di Orlando d’Aragona, bastardo di Federigo, non ostante i prudenti consigli del Chiaramonte, volle attaccare il nemico, e caduto nell’insidia tesagli dal conte di Squillaci, fu sconfitto. Sotto otto galere si salvarono e Rolando rimase, con molti cavalieri, prigionieri; né il Re volle riscattarlo.
Il re Pietro invece di provvedere alla difesa del regno, si lasciava guidare dai Palizzi, che gli venivano istillando sospetti contro il fratello Giovanni, marchese di Randazzo e, per la morte di Guglielmo, duca d’Atene, rappresentandolo come ambizioso della corona e insidiatore della vita del Re. E il Re che era a Palermo proibì al duca di metter piede nella Reggia, ma questi, deliberato di rassicurare il Re e scoprire i calunniatori, mosse alla volta di Palermo, dicendo ai messi regi, che lo incontrarono a Piazza, che non doveva tremare lui, ma i traditori.
Il Re, sdegnando i suggerimenti dei Palizzi andò a incontrare il fratello, il quale, visto Pietro sul ponte dell’Ammiraglio, lasciati indietro i suoi, corse tutto solo a gettarglisi nelle braccia fra il giubilo di tutti. I due fratelli entrarono insieme nella città festante, che alle voci di gioia e di plauso, unì ben presto quelle di morte ai Palizzi!  Matteo e Damiano corsero a serrarsi nel loro palazzo detto degli Scavi o Schiavi e la folla andò ad assalirli; ma sopraggiunto il Re, sollecitato dalla regina Elisabetta, placò la folla...
 
 
 
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