mercoledì 23 novembre 2016

Luigi Natoli: Il tesoro dei Ventimiglia - Quadro storico - Cosa avvenne prima del luglio 1348, quando ha inizio il romanzo.


Palermo, 1342
 
Il 15 agosto 1341, dopo aver fatto testamento, e nominato il duca Giovanni Vicario Generale fino alla maggiorità del figlio Ludovico, il re Pietro d'Aragona morì e il cadavere, trasportato a Palermo, fu tumulato nello stesso sarcofago dell’imperatore Federico.
Il duca Giovanni era d’altra tempra di Pietro, e avrebbe forse potuto alleviare i mali del regno, se non si fosse circondato di Catalani, e non fosse immaturamente morto. Il baronaggio indigeno, attirò dalla sua la regina vedova Elisabetta, e la persuase a far coronare il piccolo Ludovico nel settembre dello stesso anno 1342. Ma poco dopo il duca Giovanni si ammalò a Siracusa, e un certo Magno, occulto partigiano dei Palizzi, spacciò a Messina che quello era morto; onde parve ai Messinesi di potersi levare contro i Catalani, e dopo averne uccisi alquanti, deposto lo Stratigò, elessero nuovo governo. Allora si rivolsero per aiuti agli Angioini padroni di Milazzo: ma il duca guaritosi, adunò gente, e per terra e per mare, assalì Messina; il popolo abbandonò i ribelli, i quali si chiusero nel castello del Salvatore, che dopo fiera difesa dovette rendersi. Seguirono stragi e supplizi crudeli...
In questo tempo moriva a Napoli il vecchio re Roberto e senza eredi maschi, per la morte dei suoi figli; unica erede rimaneva la nipote Giovanna, giovinetta, moglie di Andrea d’Ungheria, suo cugino: essa volle continuare la politica degli avi verso la Sicilia, e incaricò il conte di Squillaci di una nuova spedizione. Questi mirò a Messina, sperando accordi coi cittadini; ma essi, incorati da lettere dei Palermitani, si difesero dagli assalti, e diedero tempo al Duca di levare un esercito, la paura del quale persuase il conte di Squillaci a tornarsene a Napoli, senza frutto. Questo insuccesso, e i casi di Napoli, dove ucciso Andrea, incolparono per segrete pratiche la regina, per cui il re Luigi d’Ungheria per vendicare il fratello ucciso invase il regno di Napoli, diede animo al duca Giovanni, che approfittando dell’occasione, riprese Milazzo (1346), e nell’anno seguente mandò una flottiglia dinanzi al golfo di Napoli, suscitandovi la paura. Allora la Regina domandò tregua e interpose l’autorità dei nunzi pontifici, coi quali Giovanni, premuroso di salvare la dinastia, stipulava patti non belli, che sancivano un doppio vassallaggio del regno alla Chiesa e a Napoli. In vero credevasi che il duca Giovanni avrebbe saputo approfittare della fuga di Giovanna e del nuovo marito principe di Taranto, ma non ne ebbe il genio, e la Sicilia rimase impotente spettatrice, precipitando sempre più in basso. Per colmo, nel cadere del 1347, questa fu invasa dalla tremenda pestilenza che propagatasi desolò l’Europa e specialmente l’Italia nell’anno seguente. L’isola ne fu decimata, e fra le vittime contò anche il duca...

Luigi Natoli: Il tesoro dei Ventimiglia - Latini e Catalani vol. 2
Pagine: 526 - Prezzo di copertina € 22,00 - Sconto 15%
Quadro storico tratto da: Storia di Sicilia dalla preistoria al fascismo di Luigi Natoli e pubblicata al termine del romanzo nella edizione I Buoni Cugini Editori.
www.ibuonicuginieditori.it

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