lunedì 3 ottobre 2016

Gli schiavi: dove Luigi Natoli narra la seconda guerra servile in Sicilia nel 104 a.C.


In seguito a rimostranze del re di Bitinia, il Senato romano deliberò (104 a.C.) che nessuna persona libera, di stato federato, potesse esser fatta prigioniera e servire come schiava in provincia romana. Questa disposizione sollevò reclami in Sicilia, dove essendo pretore P. Licinio Nerva, moltissimi schiavi domandavano di essere rimessi in libertà, perché presi con la violenza e venduti contro diritto. Il Pretore, accolti i reclami, ne aveva in pochi giorni liberati ottocento, quando, per l’agitazione che s’era diffusa fra gli schiavi, i grandi proprietari romani e provinciali protestarono, e obbligarono il Pretore a sospendere le manomissioni, e rimandare ai padroni gli schiavi postulanti.
Delusi e paurosi di castighi, molti di questi, invece di ritornare ai padroni si rifugiarono nel bosco sacro e inviolabile dei Palici: ed ivi escogitarono i mezzi per riscattarsi in libertà. Capitanati da un certo Vario, insorsero ad Alicia, uccisero i padroni e corsero per le campagne, eccitando gli altri alla rivolta. Il pretore Licinio Nerva mosse contro di loro, e col tradimento di un Titinio Gadeo, bandito, li ebbe in potere. Molti caddero combattendo, altri si precipitarono dalle rupi. Ma questo non fu che un primo episodio. Un’ottantina di schiavi uccisero il padrone Canio, romano, si gittarono in campagna e raccolti intorno a sé altre centinaia di schiavi, formarono un esercito...
Luigi Natoli - Gli Schiavi
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