martedì 27 settembre 2016

Luigi Natoli: Alla guerra! La grande storia del conflitto europeo del 1914...


A un tratto le trombe squillarono; i tamburi rullarono; e allora i soldati chinarono il capo sui fucili, tesero l’occhio ai mirini. Laggiù in fondo appariva una striscia grigiastra. Una nube di fumo la ravvolse; cento, mille sibili passarono sopra la trincea; era la morte invisibile. La trincea tuonò; un tuono che si propagò per una lunghezza interminabile; si ravvolse nel fumo; una striscia bianchiccia, che si sollevava da terra, in globi che si disfacevano.

In piedi, appoggiato alla sciabola sguainata, col binocolo sul petto, gli occhi fissi dietro le lenti, Benoist guardava, attraverso il fumo: la terra percorsa si levava con impeti; dei sassi si scheggiavano; sul capo, alle orecchie udiva continuo un sibilare strano, un miagolìo acuto e rabbioso; un frombar violento e rapido; e tuoni, e tuoni dietro a lui, dinanzi a lui; e guizzi di fiamme tra l’ondeggiare del fumo, e grida.

Passò nuovamente il maggiore, a cavallo, di trotto.

- Bravi, ragazzi!...

Ogni tanto qualcuno si lasciava cadere, pallido, con un gemito: qualche altro piombava senza neppure un grido, girando sopra sè stesso, come urtato da un colpo violento. Chi l’aveva colpito? Dinanzi a sè, oltre il fumo, Benoist vedeva la pianura deserta; solo in fondo, il paesaggio era sparso di piccoli bioccoli di fumo; uno accanto all’altro; percorso di una specie di nebbia, bassa, densa, prolungata sopra una linea. Non altro. Il nemico era quasi invisibile; ma la morte era lì, sospesa sul capo di tutti; Benoist ne sentiva la presenza; ne vedeva il gesto inesorabile; e tuttavia quel senso di orrore, di pietà, che fino a un’ora innanzi, destato dalle sue idee, gli aveva preso l’animo, ora taceva; lo spettacolo di quei soldati, che fermi al loro posto, non avevano un attimo solo di esitazione, non un gesto di debolezza, quei feriti, che si fasciavano da sé, e ritornavano al fuoco impassibili, o sorridendo; quell’offrirsi alla morte con la serenità di un dovere da compiere, che pareva dominasse la morte stessa; tutto ciò gli dava una forza nuova, una coscienza che superava quel momento, una gagliardia di spirito, per la quale sentiva crescere in sè tutte le energie della vita; un sentimento eroico, tanto più grande, quanto più non v’era difesa contro l’invisibile imminente pericolo.
Luigi Natoli - Alla guerra!
con le illustrazioni di Niccolò Pizzorno.


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