giovedì 9 giugno 2016

Luigi Natoli e il fantasma di donna Costanza - tratto dal romanzo l'Abate Meli

Una casa a un piano, con tre bal­coni ornati di un motivo settecente­sco, e con le ringhiere di ferro, a col­lo di cigno; con un mascherone satire­sco nel portone logoro e spento; coi muri anneriti dal tempo e dalla muffa, con un aspetto lugubre, diffondeva la sua tristezza nella strada che prendeva il nome dal palazzo dei marchesi Lun­garini.
I vetri rotti, gli scuri serrati, i ragna­teli che si stendevano nell'arco del por­tone, tra i ferri della raggera sovrappo­sti ai balconi, rivelavano l'abbandono in cui la casa era lasciata.
Lo stesso abbandono mostravano due o tre alberi che si alzavano dietro il muro di un giardino inselvatichito.
Non un segno di vita.
Il sole stesso, che la illuminava di sbieco e per poche ore, pareva avesse fretta di andarsene; perché la sua luce, facendo meglio apparire le crepe e i bu­chi, accresceva l'orrore di quella casa.
L'ombra e il silenzio eran quelli che gli convenivano. Si sarebbe detto che, per qualche delitto commesso in tempi remoti, sentisse sopra di sè il pe­so di una terribile maledizione; per cui la gente la fuggisse con terrore.
La gente del vicinato la guardava pavida e sospettosa; e quando era co­stretta a passarvi d'innanzi, affrettava il passo, come per paura che qualche essere soprannaturale e diabolico do­vesse uscirne per afferrarla.
Difatti era comune credenza che quella casa abbandonata dagli uomi­ni fosse abitata da spiriti; e c'era chi affermava di aver veduto una notte at­traverso le fessure errare un lume; chi curioso, si era arrampicato sul muro del giardino; di là era balzato sul bal­cone, e aveva posto l'occhio alla vetra­ta; ma era subito fuggito e così spaven­tato, che per poco non era precipita­to giù.
Aveva veduto una «malombra» tut­ta bianca, con una candela accesa in mano, che veniva verso la vetrata. Era spaventevole.
La notizia si sparse subito: l'uomo fu interrogato, se ne volevano i parti­colari; ma egli non poteva e non sapeva dir altro che la «malombra» aveva la faccia nera, ed era tutta avvolta in un lenzuolo bianco.
La curiosità vinse altri: ma la paura li trattenne dall’andare sui balconi a guardare. Quelli che abitavano nelle case di fronte, e che mai si erano accor­ti di lumi od altro, forse perché anda­vano a letto prima che il fantasma ap­parisse, vegliarono, e dalle loro fine­stre socchiuse tennero gli occhi sulla casa sfitta.
A mezzanotte videro le imposte del balcone aprirsi lentamente e nel qua­drato buio della stanza la «malombra» bianca, che dileguò a poco a poco.
Non vollero vedere altro. Si segna­rono, recitarono degli scongiuri e il do­mani confermarono che nella casa v’erano gli spiriti: e li avevano veduti.
Allora si cercò come e donde vi fos­sero venuti: uno dei più vecchi della contrada disse:
- Non vi scervellate. Quella è l'anima di donna Costanza, che fu uc­cisa e morì sul colpo, saranno cin­quant'anni addietro. Fu uccisa dai fra­telli per vendetta dell'onore offeso...
Luigi Natoli - L'Abate Meli.
 
Prezzo di copertina € 25,00 - pag. 725 - Sconto 15% - Spedizione gratuita.
Il volume comprende, oltre il romanzo, lo studio critico su l'Abate Meli pubblicato da Luigi Natoli nel 1883 e tutte le poesie del Meli inserite da Luigi Natoli nel trattato Musa siciliana. Traduzione in italiano di tutte le poesie a cura di Francesco Zaffuto.
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Ulteriori informazioni: ibuonicugini@libero.it  
 

 
 
 
 

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